MILANO

I pasticci di Mrs. Microsoft, l’assessore manager che trasforma 3,8 milioni in 38 mila

I pasticci di Mrs. Microsoft, l’assessore manager che trasforma 3,8 milioni in 38 mila

Allora, assessore, le sue azioni Microsoft valgono 38 mila dollari o quasi 4 milioni di dollari? Un infinito psicodramma, quello della dichiarazione dei redditi dell’assessore Roberta Cocco, che se fosse andato in scena a Roma avrebbe riempito per giorni le prime pagine dei giornali. Invece si è consumato a Milano, a cento passi dalle palme (non da cocco) piantate in piazza Duomo. La manager Microsoft era stata scelta a giugno 2016 dal sindaco Giuseppe Sala per fare l’assessore alla “Trasformazione digitale”, etichetta glam del vecchio e menagramo assessorato allo stato civile, anagrafe, servizi elettorali, funebri e cimiteriali.

Per arrivare a prendere possesso dell’assessorato, dopo essersi messa in aspettativa dalla Microsoft, ci ha messo – chissà perché – tre mesi. Sala l’ha pazientemente aspettata e nessuno ha avuto da ridire (mica siamo a Roma). Finalmente arrivata, Cocco ha subito detto che non avrebbe comunicato i suoi redditi e le sue proprietà, com’è obbligatorio per tutti gli amministratori pubblici. Il Fatto quotidiano e altri giornali hanno premuto affinché rispettasse, come tutti, le norme a tutela della trasparenza. Il Movimento Cinquestelle e le opposizioni di centrodestra sono arrivate fino a chiedere le sue dimissioni. L’Anticorruzione di Raffaele Cantone ha infine aperto un’istruttoria per violazione della trasparenza. Per giorni continua a resistere: “Nel 2015 occupavo un’altra posizione lavorativa, i miei piani e i miei progetti erano lontani dal Comune di Milano, motivo per cui non ho reso pubblica la mia situazione”.

Il sindaco (a sua volta sotto indagine penale per non aver comunicato la proprietà di una casa in Svizzera, di una villa in Liguria e di due società, una in Italia e una in Romania) la difende, sostenendo che la mancata comunicazione è solo “un problema personale” e che “forse la legge che impone la pubblicazione non è giusta”. “È una legge che esiste ovunque, non solo in Italia”, replica a distanza Cantone. Intanto anche qualche assessore del Pd fa capire che non apprezza affatto il rifiuto della collega.

Giovedì 16 febbraio la tensione tocca l’apice. Cocco va da Sala e gli dice che è pronta a lasciare l’assessorato. Sala la convince a restare, non può perdere assessori come una Raggi qualunque: “Cocco è venuta da me disponibile a rassegnare le dimissioni. Io considero il lavoro che sta facendo straordinario, ha una qualità e un’esperienza notevole e non volendo privarmi del suo supporto le ho chiesto di ripensarci e di fornire questi dati”. È una promessa: le informazioni saranno online venerdì 17.

Promessa mantenuta. Sul sito del Comune di Milano compaiono finalmente i dati nascosti per giorni. Reddito imponibile del 2015: 224 mila euro. Immobili: due fabbricati a Milano e uno a Sestri Levante, Genova. Auto: una Volkswagen Polo. Azioni: “Lo 0,0000076% di Microsoft Corp”, oltre a quote azionarie inferiori allo 0,0000000001% di Enel, Telecom, Expedia e Tripadvisor. Il cronista del fattoquotidiano.it, Luigi Franco, fa i conti e poi scrive sul sito: le azioni Microsoft dichiarate valgono 38 mila dollari, circa 36 mila euro. Tutti questi misteri, per settimane, per una cifra così modesta?

A questo punto, qualcuno in Comune sbianca: si rende conto che sta per scoppiare un altro caso, perché la cifra comunicata non solo è la più opaca possibile (una percentuale invece che il numero delle azioni possedute), ma è anche oggettivamente falsa. Un errore materiale, spiegano, l’assessore ha messo due zeri in più. In verità Cocco ha in portafoglio lo 0,00076% di Microsoft Corp, tre zeri dopo la virgola, non cinque. Valore: 3,8 milioni di dollari, circa 3,6 milioni di euro.

Una bella cifretta. Che ripropone con ancor più forza il già aperto dibattito sul conflitto d’interessi: come assessore alla digitalizzazione avrà a che fare con Microsoft, importante fornitore del Comune, che potrà partecipare, come confermato al Fatto dall’amministratore delegato di Microsoft Italia Carlo Purassanta, alle gare che Palazzo Marino lancerà nelle prossime settimane. L’amministrazione prevede di spendere 2,3 milioni in sicurezza informatica e circa 30 milioni in gestione e miglioramento dei servizi informatici. Imbarazzante situazione in cui s’intrecceranno i destini dell’assessore Cocco, del manager Microsoft (in aspettativa) e dell’azionista Microsoft (per 3,8 milioni di dollari). Una santissima trinità.

Il Fatto quotidiano, 18 febbraio 2017
To Top