MILANO

La corona d’alloro del Comune ai fascisti repubblichini

La corona d’alloro del Comune ai fascisti repubblichini

Caro sindaco Giuseppe Sala, caro assessore ai servizi civici Roberta Cocco. Martedì 1 novembre 2016 è successa a Milano una cosa mai accaduta prima. Una corona d’alloro, con bacche dorate e nastro bianco e rosso (i colori della città) con la scritta in oro “Comune di Milano”, è stata depositata al Campo 10 del cimitero Maggiore, accanto alla croce con un’aquila nera su bandiera tricolore. È il campo dove sono sepolti i fascisti repubblichini. Sono 921 caduti della Repubblica sociale italiana, nove volontari italiani delle Ss (24° e 29° Divisione Granadier), 150 delle Brigate Nere, un centinaio della Legione Ettore Muti, una quarantina della X Mas.

Non era mai successo che il Comune di Milano li onorasse in modo ufficiale, con una corona d’alloro dell’amministrazione. Al campo 10 vanno ogni anno i fascisti ancora vivi, a fare una sceneggiata che si conclude con canti lugubri e le braccia tese nel saluto fascista. C’erano andati nel 1997 Gabriele Albertini e nel 2007 Letizia Moratti, sindaci del centrodestra, ma senza indossare la fascia tricolore. Quest’anno l’omaggio formale, pur senza la presenza del sindaco, viene da una giunta di centrosinistra.

Caro sindaco, caro assessore. Vorrei ricordarvi, nel caso non lo sappiate o l’aveste dimenticato, che tra i fascisti sepolti al Campo 10 ci sono anche i tre della Muti, Renato Griffanti, Lamberto Della Valle e Santo Ragno, che all’alba del 10 agosto del 1944, come è scritto nelle sentenze della corte d’Assise speciale di Milano, parteciparono alla fucilazione in piazzale Loreto dei quindici partigiani oggi ricordati da un monumento alla Resistenza. Al Campo 10 sono sepolti anche Alessandro Pavolini, segretario nazionale del Partito Fascista Repubblicano e comandante generale delle Brigate Nere. I gerarchi Francesco Maria Barracu e Carlo Borsani. Armando Tela, uno dei luogotenenti della “banda Koch”, che partecipò alle torture e alle sevizie degli antifascisti nella sede di “Villa Triste”, in via Paolo Uccello, dove usò corde per appendere i prigionieri, tenaglie per strappare le unghie, daghe di ferro arroventate da mettere sotto i piedi dei partigiani. Al Campo 10 riposa in pace anche Francesco Colombo, capo della Muti, che operò come “polizia fascista” nella caserma di via Rovello che poi divenne sede del Piccolo Teatro, ma anche della società Expo, dove lei, Sala, ha avuto il suo ufficio fino al febbraio 2016. Proprio in quella sede che lei conosce bene furono allestite camere di tortura e una “cella della morte”.

I morti sono morti e meritano tutti pietà. Ma l’omaggio di Milano, città antifascista, non dovrebbe essere pilatescamente distribuito tra fascisti e antifascisti, tra chi morì per la libertà e chi combattè a fianco dei nazisti per tentare di conservare un regime oppressivo, razzista e antisemita. Al cimitero Maggiore di Musocco c’è anche il “Campo della gloria” in memoria dei partigiani, dei deportati nei campi di sterminio, degli internati militari e dei combattenti dell’esercito di Liberazione. Un colpo al cerchio e uno alla botte? Una cerimonia di qua e una corona d’alloro di là? La memoria in Italia resta divisa. Ma ci dica, signor sindaco, ci spieghi, signor assessore, che cosa è successo quest’anno al cimitero Maggiore, che cosa ha deciso questa volta Palazzo Marino. Altrimenti ci resterebbe l’impressione che sia stata fatta una scelta non solo sbagliata, come rendere onore ai nemici della democrazia repubblicana, ma anche ipocrita, un po’ sottobanco, facendo e non rivendicando, tirando la corona e nascondendo la mano.

(Il Fatto quotidiano, 4 novembre 2016)

Il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha spiegato l’invio della corona d’alloro del Comune di Milano al Campo 10 del cimitero Maggiore (il campo dove sono sepolti i fascisti repubblichini): è stata una scelta automatica degli uffici che si ripete uguale da 25 anni. E ha promesso di rivedere i criteri degli invii per il futuro.
In occasione della ricorrenza della commemorazione dei defunti – ha spiegato Sala – il Comune omaggia da oltre due decenni, con la posa di una corona, le sepolture dei caduti di guerra, dei patrioti caduti per il movimento di Liberazione, dei militari deceduti in servizio e delle vittime civili. Tra i monumenti, lapidi e sepolture a cui vengono destinate le onoranze, a cura degli operatori cimiteriali, rientra, ormai da oltre 25 anni, anche il Campo 10 del cimitero Maggiore che anche quest’anno ha ricevuto la corona d’alloro con i colori del Comune. Pur nel rispetto di tutti i caduti – promette il sindaco – l’amministrazione comunale ritiene opportuna una riflessione che porti, a partire dall’anno prossimo, a un aggiornamento dell’elenco di questi luoghi. Dal 2017, dunque, niente corona al Campo 10.

Il Fatto quotidiano, 4 novembre 2016
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