MILANO

La saga Sala: cade anche il segretario generale (imputato)

La saga Sala: cade anche il segretario generale (imputato)

Povero Sala: non riesce a farne una dritta. Appena eletto sindaco di Milano, l’ex commissario Expo Giuseppe Sala, prima ha messo il suo socio in affari a capo del più delicato degli assessorati, quello al bilancio; poi ha nominato immediatamente capo di gabinetto il suo braccio destro in campagna elettorale, prima di fare una gara pubblica per scegliere chi dovrà ricoprire quel ruolo (e alla fine della gara potrebbe avere due capi di gabinetto, uno ad personam e uno scelto con gara); e infine nomina come segretario generale del Comune di Milano una persona imputata, a cui deve revocare la nomina dopo soli cinque giorni.

Storia paradossale, quella che ha portato Antonella Petrocelli per meno di una settimana ai vertici dell’amministrazione di Palazzo Marino. Era segretario generale del Comune di Como nel 2014, quando conferì gli incarichi per la progettazione della terza variante del piccolo Mose comasco, il sistema di paratie che con i suoi cantieri, bloccati da anni, deturpa il lungolago della città lariana. Quella variante, oggetto di una inchiesta della Procura di Como, è considerata illegittima. Dunque Petrocelli aveva ricevuto un avviso di garanzia per turbativa d’asta. La notizia era nota, notissima. E Sala chi va a scegliere come segretario generale? Un incensurato? Un funzionario mai sfiorato da indagini? No. Prende la mira e punta il ditino sull’indagata Petrocelli.

Gliel’aveva tanto raccomandata Francesco Paolo Tronca, ex prefetto di Milano ai bei tempi della preparazione di Expo, che era poi andato a Roma a fare il commissario, portando con sé Antonella Petrocelli. Sala dà retta a Tronca e la richiama a Milano. Sa benissimo che ha in tasca un avviso di garanzia, ma che sarà mai? Lui stesso, il sindaco eroe di Expo, era stato indagato per abuso d’ufficio, per l’appalto concesso senza gara a Oscar Farinetti, grande amico e sostenitore di Matteo Renzi. E ancora oggi è indagato per false dichiarazioni ai cittadini, per essersi dimenticato di indicare tra le sue proprietà una casa in Svizzera, una società in Romania e una in Italia.

Così, venerdì 15 luglio Antonella Petrocelli è nominata segretario generale del Comune. Qualcuno storce il naso. Allora nella comunicazione della nomina si aggiungono alcune righette di una prosa sublime: “L’incarico sarà interrotto immediatamente nel caso in cui l’autorità giudiziaria adotti provvedimenti ulteriori, quali la richiesta di rinvio a giudizio o altro atto da cui risulti l’esistenza di fondati indizi a carico dell’interessata”. Ma benedetto Sala: sai bene che la tua prescelta è indagata e che prima o poi potrebbe arrivare il rinvio a giudizio. Non arriva prima o poi: arriva subito. Anzi, era già arrivato giovedì 14 luglio, il giorno prima della nomina. Il giudice delle indagini preliminari di Como proprio quel giorno decide il giudizio immediato per turbativa d’asta, processo fissato per il 24 novembre 2016. Giudizio immediato: vuol dire che Petrocelli è mandata a processo senza neppure l’udienza preliminare, perché le prove raccolte a suo carico sono state giudicate dal gip evidenti e sufficienti per andare al dibattimento.

Al palazzo di giustizia di Como informano che il decreto che dispone il giudizio immediato è stato mandato subito agli imputati per via telematica. Ma a Palazzo Marino, evidentemente, le notizie da Como arrivano con il piccione viaggiatore, perché in Comune dicono di aver saputo del rinvio a giudizio soltanto lunedì 18 o martedì 19 luglio, quando la nomina è già firmata. Mercoledì 20 luglio il piccione viene finalmente lasciato libero in piazza del Duomo e alla povera Petrocelli vengono strappati i galloni che aveva indossato per cinque giorni. L’incarico più breve nella storia di Palazzo Marino. Di corsa, Sala richiama il segretario generale uscente, Simonetta Fedeli. È costretto a cacciare l’imputata, ma nello stesso tempo non riesce a star zitto: le rinnova “la stima personale e professionale, auspicando che la sua posizione processuale sia definita nel più breve tempo possibile”. Povero Sala. Qualcuno lo salvi da se stesso. Ieri Sala ha scelto anche il suo city manager: direttore generale del Comune è Arabella Caporello, manager con in curriculum un passaggio importante: quello alla Leopolda di Matteo Renzi.

Il Fatto quotidiano, 22 luglio 2016
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